01/05/2020 Circolo Ricreativo Culturale Arci APS

1° maggio 2020
Tempo di Sars-Cov 2
La verità è che nulla si è fermato
Non basta una legittima restrizione fisica a bloccare il principio che eleva la vita del lavorare a status di esistenza dignitosa. Questo epocale flagello è molto oltre altre più localizzate tragedie e ci fa comprendere quotidianamente l’effettiva efficacia, nella Società contemporanea, della macchina produttiva. Abbiamo toccato con mano l’importanza, in termini statutari, che i nostri Padri Costituenti hanno assegnato alla celebrazione egualitaria, responsabile e fondamentale del lavoro. Alla luce di ciò la nostra #ResistenzaVirale si realizza, quindi, in un momento di riflessione e in alcuni pensieri ed immagini scaturiti da lavoratori il giorno dalla loro festa, nella memoria di chi ci ha consentito oggi di operare secondo diritti e nella solenne consapevolezza di dover perpetrare la concreta realizzazione di un orizzonte per le future generazioni.

Buon Primo Maggio dal Circolo Ricreativo Culturale Arci APS (Circolo Arci Cotone)

#CircoloARCICotone 
#PrimoMaggio

 

Di seguito i pensieri di alcuni lavoratori:

“Sono una persona fortunata. In questi giorni ne ho avuto la conferma, sono tra i pochi fortunati che negli ultimi due mesi hanno continuato a lavorare. Ho avuto la possibilità di rivivere la quotidianità con Agnese, Rachele e Gerardo, che, per la frenesia delle nostre vite, da un po’ di tempo vivevamo “di sfuggita”. Ho avuto l’opportunità di intensificare i rapporti con le persone del mio condominio, con le quali ci sono stima e affetto reciproco.  Dall’altra parte però ciò che mi è mancato tantissimo è il rapporto con la mia famiglia: dagli irrinunciabili pranzi della domenica, ai compleanni e alle chiacchierate giornaliere. Questa è stata per me la rinuncia più grande. Allora ho scelto questa foto, che rappresenta la mia sofferenza, ma anche la mia speranza che possiamo tornare presto a vivere la vita con quella “normalità”che tutti abbiamo sempre dato per scontata, ma che dovremmo aver imparato che così scontata non è. Quindi, quando la riavremo, questa normalità teniamocela stretta ed apprezziamola!! – Francesca

 

“All’inizio di questo periodo di emergenza Covid-19, quando si sentiva ripetere ad oltranza il mantra “andrà tutto bene”, quando sui balconi echeggiavano le voci di chi intonava l’Inno d’Italia e ad ogni finestra sventolava il tricolore, ripetevo ai miei ragazzi in video lezione “in questo momento di estrema limitazione delle nostre libertà, cogliamo il positivo, abbiamo il tempo per dedicarci a noi stessi per guardarci dentro e tirar fuori quello che siamo veramente, i nostri valori, i nostri ideali. Ne usciremo, certo, ma saremo persone nuove, cambiate, spero migliori”. Sono passati 2 mesi, il mantra non lo ripete più nessuno, i cori sono finiti, le bandiere un po’ afflosciate sono rimaste… E i miei ragazzi? continuo a vederli, a video vederli, ma sono spenti, rassegnati per l’incertezza della quotidianità e del loro futuro. E allora penso come sarà la scuola dopo il Covid 19? Penso a quanto devono essere delusi i miei ragazzi di quinta, che non potranno godersi il suono della campanella dell’ultima ora dell’ultimo giorno di scuola… Questo virus ha tarpato le ali delle nostre libertà ….ma spero che i miei ragazzi capiscano che ci ha dato tanto, ci ha dato la possibilità di recuperare rapporti, di intensificare le relazioni anche se a distanza, ma soprattutto la possibilità di apprezzare le fortune che abbiamo e che fino al 5 marzo nessuno si era accorto di avere…. per quanto mi riguarda la mia famiglia, gli amici più cari e il lavoro che faccio, un lavoro che consiglierei a tutti perché nasce dall’incontro con l’altro, dalla relazione, dall’importanza di condividere un percorso di crescita. Mi mancano i miei ragazzi e spero che quando tutto questo sarà finito la scuola possa essere migliore, in grado di accoglierli e di aiutarli a recuperare la normalità sperando sia il prima possibile. – Odetta

 

“Quarantena…che dire? Un periodo difficile, inaspettato, nuovo, ma anche pieno di sfide. Rispetto al mio lavoro posso dire di essere fortunata, intanto perché lavoro e poi perché grazie alla fredda tecnologia posso incontrare i miei ragazzi per cercare di dare loro pillole di fiducia e speranza facendo appello al senso di responsabilità. È dura ma l’importante è riuscire a sfruttare ogni occasione che questo momento ci dà per uscirne più forti e uniti.” – Lorella

 

“Io non sono brava a scrivere ma posso dire com’è il lavoro Smart working: una tristezza…lavorare da soli e non avere contatti con colleghi docenti e studenti.” – Tiziana

 

“Anche se sono in pensione… che ne dici!?
Pensare che non mi è mai rimasto tanto simpatico, anzi quante volte l’ho detestato.
Poi ho cominciato a conviverci . Ma mai dico mai, avrei pensato mi mancasse così tanto.
Ed ora che si sta avvicinando il suo “compleanno” sto apprezzando di lui anche le cose più banali… . Buon Compleanno lavoro, buon 1 Maggio.” – Antonio

 

“Equilibrio, tenacia, pazienza…le parole per fronteggiare il Coronavirus” – Virna

 

“Forse sarai da qualche parte ad organizzare un altro CONCERTONE.
Buon Primo Maggio Toni…Soddu che Per tanti anni, organizzava il CONCERTONE del 1 maggio a Roma.” – Graziano

 

“Lavoro e dignità al tempo del SARS-CoV-2…
Un protocollo procedurale decisamente ben strutturato ci consente, dopo più di un mese di cassa integrazione, di ripartire con la produzione nella mia Azienda Liberty Magona srl.
Dietro a questo passo ho percepito la garanzia di un lavoro intenso da parte di tutte le componenti: dal Sindacato, alla Direzione, dall’Asl alla Regione, veramente orientato e spinto dall’interesse nella tutela del lavoratore e, nonostante il mio radicale scetticismo legato alla vicenda Covid-19, ho potuto fin da subito verificarne personalmente l’articolata praticità nell’applicazione delle regole anticontagio.
C’è un aspetto però, quello più convincente, che riguarda l’atteggiamento responsabile di tutti i colleghi e compagni di lavoro : molto, anzi moltissimo è cambiato.
Una variazione d’ottica direi : l’acquisizione della consapevolezza che niente è scontato se non si condividono gli intenti, le missioni, con estrema lealtà e responsabilità.
Il lavoro restituisce quella dignità che ogni giorno ci consente di portare un pezzo di pane sulle nostre tavole, ai nostri affetti. Si genera però, in questo contesto, un cortocircuito in me, che sposta la responsabilità di ognuno di noi verso la priorità a perseguire, senza riserve, la tutela del giusto ed egualitario stato sociale. Quel pezzo di pane, ad oggi, in molti non riescono neanche a vederlo in foto, travolti dalla rapidità con il quale il consumismo contemporaneo ha blindato, in autoconservazione, una Comunità che sopravviveva da tempo già sul sottile argine della Resistenza all’indecenza. Ipocriticamente, ciò che veniva descritto come uno scoglietto in acque basse si è rivelato la punta di un enorme iceberg in un mare gelido e profondo. Gelido, poiché la fame, come condizione, ti congela in uno Stato catatonico e ti rende insensibile ad ogni stimolo “dignitoso”.
Nella nostra amata città c’è per prima, la necessità di riappropriarci della capacità di condividere “la dignità” generata dal lavoro, oltre ogni egoismo, pregiudizio ed aspettativa di gratificazione, scevri da evidenti slogan propagandistici che in vile evidenza, da quando ci ha messo alla prova questo flagello, hanno accompagnato le frustrazioni, le paure dei più deboli: a farlo è stata la stessa classe politica che nella sopra descritta ipocrisia non riconosce o non vuol riconoscere che il problema principale, la difficoltà cardine in questa emergenza non è solo l’intasamento del sistema sanitario ma ancor di più l’evidenza di un’emergenza sociale!
In verità siamo tutti vittime e carnefici in un circolo vizioso di difficile ed incognito epilogo.
La ricerca della consapevolezza di voler davvero agire verso l’interesse generale o meglio la sua acquisizione si ottiene abbattendo il muro del falso benessere di facciata, quello ostentato pur di non essere “perculeggiati” dalla generazione happy hour con le pezze al culo!
Perché in Buona parte questo stiamo dimostrando di essere, la facciata restaurata di un palazzo fatiscente. Ripartire dunque, effettivamente, concretamente dal fondo, dalle radici, spazzando via tutto il colorato superfluo: rumori di fondo, prediche, ridicole libertà individuali, critiche scritte sul vasone la domenica mattina (magari omettendo l’uso dell’h).
Piombino ha un collante che non può subire distorsioni né politiche, né di qualsiasi altra origine ed è il fluido che fino ad oggi lo ha tenuto in vita: cerchiamo in ognuno di noi cosa possa essere e mettiamolo a disposizione.
In egual misura, quella dignità mantenuta o restituita a qualcuno di noi, non sia mai motivo di competizione o pretesto di privilegio, perché la vita non ci concederà una seconda opportunità, ammesso che siamo stati meritevoli a percepirne già una.

C’è una politica che va oltre l’attualissima “fuffa politicante diffusa”.
Faticosa, visionaria, selettiva ed assassina…
È la politica del fare!

Ascoltiamolo il cuore ogni tanto…
Lui ha occhi grandi…
Ha un ritmo rivelatore…
Nel silenzio…
Senza far rumore…

Buon Primo Maggio”  – Riccardo

 

“Ciao a tutti, il Circolo Arci Cotone mi ha chiesto di esprimere un pensiero su questo anomalo primo maggio. Sono 2 mesi che , al contrario di molti lavoratori, sto lavorando come una matta. Sono stanca e non vedo la fine di questo tour de force! Chiedo a tutti voi di avere comportamenti più responsabili per far sì che il mio lavoro ritorni ad essere di routine. E che questo 1 Maggio ritorni ad essere la festa di tutti i lavoratori…
Confidando nel buon senso di tutti vi bacio perché, poi , non potrei fare altrimenti…la vostra, a volte noiosa, quasi sempre appiccicosa e spesso irritante..” – Mascherina

 

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